Per fare l’intervista alle mosaiciste rivolgiti a Patrizia”, mi dice Marina con fare sbrigativo. Incamminandomi verso il Settore Mosaici, la scorgo da lontano: indossa un grembiule bianco sul quale è ricamato il suo nome. Mi siedo di fronte a alla sua esile figura mentre è intenta ad incollare piccole tessere di ceramica su un enorme pannello in legno. Il mosaico che sta ultimando rappresenta un grande e ramificato albero, alla cui base vi è una scritta che ricorda la compianta ex direttrice Mariangela. Sta venendo bene. Le faccio i complimenti, sinceri. Mi ringrazia timidamente. Poi le pongo la prima domanda.
Cesare: “Patrizia, ti informo che sono completamente a digiuno sull’Arte del Mosaico: quali sono le operazioni che svolgi? E come le metti in pratica?”
Patrizia: “Dunque... Prima di tutto si esegue, a matita, una “traccia” sul supporto”.
C: “Per “traccia” intendi il disegno schematico sul quale andranno attaccate le piccole sezioni di terracotta?”
P: “Proprio così. Dopodiché, con un pennello, segno la forma delle tessere sulla piastrella, e poi con le pinze taglio i quadrelli in piccole porzioni di diverse misure. Prima di incollarle sul disegno le rendo lisce con la carta abrasiva; quando ho terminato questa operazione applico lo stucco, essenziale per fissare e unire i tasselli. E il mosaico è fatto!”
C: “Molto interessante. Ma dimmi, da dove provengono le piastrelle colorate da cui ricavi le tessere?”
P: “Le realizziamo noi mosaicisti con il tutoraggio dell’operatrice Monia. Noi, attraverso degli stampi, gli diamo la forma e lo spessore adeguato; dopo una prima cottura le coloriamo e le immergiamo nella “cristallina”. Le mattonelle vanno poi nuovamente nel forno, e una volta essiccate sono pronte per essere sezionate in piccole tessere”.
C: “Patrizia, vuoi provare a descrivere con tre parole ciò che provi mentre operi al mosaico?”
P: “Sì... Soddisfazione, gratificazione, serenità”.